Scimmie sotto cocaina all’Università di Friburgo : per una cessazione immediata degli esperimenti!

Il 22 febbraio 2018, la LSCV ha depositato presso la segreteria del Gran Consiglio friburghese le 19’000 firme della sua petizione che chiede la cessazione immediata degli esperimenti condotti su scimmie sotto cocaina presso l’università di Friburgo. E’ stata peraltro inviata una lettera al Consigliere di Stato Jean-Pierre Siggen, incaricato della Direzione della pubblica istruzione, della cultura e dello sport.

Nella linea di mira della petizione, seri dubbi su diversi punti della procedura amministrativa, che lasciano pensare che l’autorizzazione non avrebbe dovuto essere rilasciata.
Dati facili da controllare, tanto dai deputati del Gran Consiglio che dal Consiglio di Stato. Sarebbe bastato ottenere copia delle cifre 61 a 63 del formulario di richiesta di sperimentazione animale compilato dal ricercatore. Niente di complicato nè problematico, poichè nessuna delle informazioni contenute sotto queste tre cifre è coperta dal segreto della ricerca. Consultare questo documento avrebbe potuto dimostrare due cose:
1) la LSCV si sbaglia e la procedura è corretta;
2) la LSCV ha ragione. Ed in questo caso, l’esperimento deve essere sospeso, le responsabilità devono essere individuate e vanno allestite misure affinchè questi abusi non si ripetano.

Pour evitare che la possibilità numero 2 sia resa pubblica, i deputati del Gran Consigio ed il Consiglio di Stato hanno imboccato la via scontata: non controllare nulla poichè tutto è perfetto. Posizione di comodo dato che la LSCV non può legalmente obbligare l’Università a rendere pubblico il documento in questione.

Nessuna rimessa in questione delle procedure sperimentali sulle scimmie

Per il Consiglio di Stato friburghese, va tutto bene

Prima risposta ricevuta, quella del Consigliere di Stato Jean-Pierre Siggen il 22 marzo 2018. Se il Consigliere di Stato riconosce in preambolo di avere il compito di esercitare « l’alta vigilanza » dell’Università, se ne sbarazza adducendo come motivo che l’università usufruisce della « libertà di insegnamento e di ricerca ». « Non spetta a me pronunciarmi sul contenuto scientifico degli esperimenti svolti nè sugli approcci metodologici scelti » aggiunge il Consigliere di Stato.
Molto bene, ma tutte queste chiacchiere non rispondono al problema sollevato : la procedura amministrativa che ha condotto al rilascio dell’autorizzazione di svolgere esperimenti su scimmie è stata portata avanti conformemente alla legge? Nessuna risposta pertinente a questo livello. Il Consigliere di Stato non ha voluto indagare troppo.
L’unico interesse della lettera ricevuta risiede nella conferma che la perizia scientifica del progetto non è stata effettivamente condotta dall’FNS (Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica), a cui si riferiva il ricercatore, bensì da « una fondazione privata, che ha svolto la propria perizia scientifica in totale indipendenza ». Ahi ahi. C’è da aspettarsi il peggio. Di piccole fondazioni oscure, ne esistono centinaia. Certe sono addirittura create dai ricercatori stessi. Qual è il nome di questa fondazione? Non lo sapremo.

Anche per il Gran Consiglio friburghese va tutto bene

Il 16 luglio 2018, la LSCV invia un richiamo ai membri della commissione delle petizioni del Gran Consiglio friburghese. Chiediamo di essere sentiti alfine di spiegare a viva voce i punti controversi ed illustrare le fonti cui fa capo la nostra posizione. La commissione ci risponde rapidamente il 19 luglio per dirci che va tutto bene. E dato che tutto va bene, il fascicolo è stato chiuso dopo essere stato « attentamente esaminato in seduta ordinaria ». La commissione si nasconde dietro « l’autonomia » e la « libertà di insegnamento e di ricerca », conferitele dalla legge cantonale sull’università. E’ sempre pratica una legge, soprattutto quando consente di riprendere la siesta. La commissione in un ultimo sforzo, richiama ancora una volta a che punto « la procedura di autorizzazione di esperimenti su animali quale attuata nel cantone di Friburgo è conosciuta e i requisiti imposti sono particolarmente alti ». Bel discorso. Infine, la commissione, palesemente senza aver consultato alcun documento, conclude : « Nessun elemento suggerisce una qualsiasi violazione della procedura nel caso oggetto della vostra petizione (…) e la commissione non può ammettere che la probità e l’etica delle persone coinvolte siano oggetto di sospetti o denigrazioni ».

Quale finalità possibile ?

La legge è quel che è, sicchè è impossibile per la LSCV impegnarsi in una denuncia penale contro autorità o contro l’università, per obbligarle a rendere pubblici i punti controversi. Poichè nè il Consiglio di Stato nè i deputati del Gran Consiglio vogliono agire, questi esperimenti continueranno. Con commissioni alibi cosiddette « di etica », composte maggioritariamente da ricercatori e simpatizzanti degli ambienti universitari, ci sono poche probabilità che la situazione cambi. Questi esperimenti, che sono un insulto alla dignità, devono cessare e continueremo a lottare per abolirli.